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La storia della Valle Camonica affonda le sue radici nella notte dei tempi.

Riproporre la bandiera della Valle Camonica permette di riportare finalmente in uso il più antico e tradizionale stemma di tutte le Valli Alpine, emblema che, formatosi già nel Medioevo, è descritto nell’antico linguaggio dell’araldica “d’azzurro, al cervo d’argento, accasciato sopra un ristretto erboso sovrastato da un’aquila al naturale con le ali spiegate ed afferrante con gli artigli il cervo.” L’aquila afferrante una preda (in questo caso il cervo) rientra in una simbologia tipica degli stemmi ghibellini, dove veniva celebrata la potenza del rapace, che era simbolo degli imperatori del Sacro Romano Impero. Questo vessillo/bandiera risale al passaggio di Federico I Barbarossa (1176) e fu utilizzato dalla famiglia camuna dei Federici. Anche durante le lotte dell’imperatore Federico II contro i comuni lombardi, la Valle Camonica combattè a fianco degli imperiali difendendo dall’assedio l’ imperatore stesso, sempre sotto questo vessillo. Del resto altri comuni assunsero in quel periodo stemmi similari a quello della Valle Camonica: la città di Aqui un’aquila che ghermisce una lepre, la città di Bobbio un’aquila che afferra una volpe, mentre i sigilli delle alleanze ghibelline di alcuni comuni toscani raffiguravano ancora l’aquila nell’atto di ghermire un leone. Nel 1402 nell’elenco delle bandiere e degli stemmi che accompagnarono l’imponente corteo funebre di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, erano presenti anche le bandiere della Valle Camonica, portate da nobili cavalieri camuni. Lo stemma valligiano rimase in uso anche dopo la conquista veneziana, come simbolo evidente della particolare identità della Valle Camonica: lo stemma compariva infatti sugli Statuti della Valle e sui vari atti ufficiali dei magistrati che la Serenissima inviava dal capoluogo di Breno.

Riprodurre la bandiera ne permette un pratico utilizzo nella più ampia tradizione di territori e vallate alpine, soprattutto da parte di municipi, alberghi, castelli, monumenti, rifugi alpini, baite ecc. ecc. E’ innegabile che anche in ambito turistico l’uso di uno stemma locale possa rappresentare il segno evidente di una tradizione storica unica ed evocare una forte identità valligiana, valori che non potranno che apparire positivamente ad un turismo sempre più attento agli aspetti culturali del territorio. Con i suoi colori e simboli antichi, la bandiera valligiana, costituisce un importante ed elegante segno di distinzione e di arredo urbano, oltre che un rimando ad una tradizione storica unica. Seguendo questa utilità, le bandiere locali sono diffusamente esposte nei più importanti centri turistici delle contigue Vallate Trentine, Engadinesi e Tirolesi, che non possono tuttavia competere con l’antica storia del vessillo camuno, pur avendo diversi emblemi.

Questo importante “simbolo” ormai sconosciuto, tramite la propria riproposizione, da quindi la possibilità di recuperare e capire almeno in parte quanto ormai abbiamo perso o dimenticato: la nostra cultura, la nostra storia, le nostre tradizioni, le nostre origini, la nostra fede; facendo cadere tutto ciò nell’oblio stiamo tuttavia smarrendo quanto di più importante: la nostra identità.
Queste riflessioni rappresentano solo alcuni dei capisaldi su cui è fondata l’iniziativa della nostra associazione: credere in noi stessi per poter credere negli altri, recuperare il passato invece di dimenticarlo, per migliorare il futuro. La bandiera della Valle Camonica può dunque rappresentare dal canto suo un punto di partenza importante per perseguire questi obiettivi, divenendo un vero e proprio simbolo d’identità per ognuno di noi.
UNA BANDIERA ANTICA PER UNA VALLE NUOVA